Abbiamo parlato approfonditamente dei nuovi TLD in corso di approvazione dall’ICANN e spesso i nostri commentatori hanno espresso il proprio parere non del tutto favorevole: nuovi TLD e domini in caratteri non latini apportano maggiore confusione nel mare magnum di Internet.
Anche Wired, in un articolo di David Farber, sembra essere dello stesso parere:
Non credo che aggiungere nuovi TLD crei innovazione. Credo che ciò crei una rapida confusione.
Antony Van Couvering, di Minds + Machines (provider e promotore dei nuovi TLD), ha prontamente risposto:
Non ci sono prove concrete che gli utenti siano confusi dai nuovi top level domain. Abbiamo già più di 270 top-level domain al giorno d’oggi (tra gTLD e ccTLD) e nessuno sembra essere confuso. Gli utenti sono intelligenti, adattabili e gravitano velocemente intorno ai servizi Internet che migliorano le loro vite.
Quanti di voi si trovano d’accordo col parere (molto di parte, chiaramente) di Van Couvering?
Il blog Domain Name Wire riporta l’esempio eclatante di Michael Berkens, che ha ricevuto ben 27.000 visite in un singolo giorno sul proprio sito .com da parte di utenti che cercavano invece lo stesso dominio con estensione .info. Un gran numero di compagnie con ccTLD si sono rivolte all’UDRP per ottenere la versione .com del proprio ccTLD poichè gli utenti ricercavano maggiormente la versione del sito .com.
Il punto focale della discussione non sembra essere se nuovi TLD aumentino la confusione degli utenti o meno, quanto piuttosto quale innovazione apporti l’aggiunta di nuovi TLD rispetto alla confusione che inevitabilmente creano.