GoDaddy ha annunciato che non venderà più i nomi a dominio .cn, legati alla cina, poichè non disposto ad accettare le nuove regole imposte dal governo Cinese, che richiede ai nuovi possessori di domini e a chi già possiede un .cn una “photo ID”.
L’annuncio di GoDaddy arriva esattamente due giorni dopo che Google ha effettuato il redirected del proprio motore di ricerca censurato Google.cn verso il servizio non censurato di Hong Kong, proprio per sfuggire alle assurde richieste di censura del governo.
Christine Jones, uno degli avvocati di GoDaddy, ha dichiarato che le nuove regole per i possessori di domini .cn sono un “tentativo di esercitare della censura sui contenuti ospitati nei nomi a dominio“.
L’avvocatessa ha anche spiegato:
Noi dovremmo contattare gli utenti Cinesi, chiedere le loro informazioni personali e quindi girarle malvolentieri alle autorità Cinesi. Abbiamo deciso di non voler diventare degli agenti al soldo del governo cinese. Siamo preoccupati per la sicurezza degli attuali proprietari di nomi a dominio e per i possibili effetti che si avranno sui nuovi clienti.
Dichiarazioni comprensibili, anche oltre i semplici interessi economici del Registry. Le nuove regoli vigenti in Cina, infatti, richiedono ai possessori di domini di mostrare la propria licenza per il commercio e una foto identificativa. L’ICANN ha veramente poca voce in capitolo in tutto ciò, almeno per il momento.
Al momento sono ben 72 i cittadini cinesi in galera per ciò che hanno scritto su Internet, quindi risulta comprensibile come le parole dell’avvocatessa non siano legate a semplici interessi economici, ma ad un più vasto problema di libertà d’espressione.
GoDaddy tiene a sottolineare che, sebbene non venderà più domini .cn, continuerà ad amministrare quelli correntemente registrati. Sebbene l’ICANN non possa fare nulla, commenterà la vicenda? Quali saranno le risposte dal governo cinese?