Sex.com: ancora dettagli “piccanti” su cosa sia andato storto

Sex I documenti presentati per il caso legale che coinvolge il domain name Sex.com e il possessore Escom LLC offrono ulteriori dettagli sulla situazione, chiarendo chi possegga al momento Sex.com e cosa sia andato storto con la compagnia.

DOM Partners, un creditore e investitore di Escom, ha sottoposto i documenti in risposta ad una causa per bancarotta involontaria portata avanti da Mike Mann contro Escom per bloccare l’asta di Sex.com.

In una mozione di revoca della petizione per bancarotta, DOM ha dichiarato che Mann ha lavorato per ESCOM (la compagnia che possiede Sex.com) e non è stato in grado di rimborsare il debito con DOM di $4,313,276.16.

DOM Partners ha prestato $4.5 milioni ad Escom nel 2006, facendo anche un investimento di 1milione di dollari. 1.5 milioni di dollari di debito sono stati ripagati da un altro investitore, Nothin’ But Net LLC, che ha ottenuto una partecipazione in Escom. I rimanenti 3 milioni di dollari di debito non sono stati mai ripagati.

Ci sono stati negoziati per sistemare la questione, incluso il potenziale acquisto delle società di Mann degli interessi in Escom, con un deposito di 6milioni di dollari per l’acquisto. Quando DOM ha prestato i soldi ad Escom nel 2006, la Washington Technology Associates di Mann ha acquisito a sua volta 5 milioni di dollari da Escom e ne ha investiti 1 milione. Numerosi altri investitori sono entrati in gioco.

Secondo quanto riportato nel caso, Escom deve essere gestita dalle tre associazioni fondatrici, DOM, Washington Technology Associates e Domain Name Acquisition Group. Tornando al punto focale riguardante il dominio Sex.com, i documenti dimostrano come Escom possieda soltando il dominio in questione e “qualche soldo” come capitale. Possiede poco reddito, un solo impiegato e nessun capitale da investire per lo sviluppo del domain name, secondo quanto sostenuto da DOM.

In una dichiarazione rivolta alla corte, un legale della Escom ha dichiarato che invece la compagnia possiede $100.000 in capitale. Secondo DOM, nel momento in cui Mann ha presentato la petizione contro la bancarotta involontaria di Escom, diversi offerenti erano già stati qualificati per l’asta di Sex.com che doveva aver luogo il giorno successivo.

DOM ora chiede alla corte che venga archiviata la petizione contro la bancarotta in cattiva fede così che l’asta possa proseguire, in modo che possa coprire il debito causato da Escom.

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