Negli ultimi anni l’Islanda ha sviluppato una fetta di mercato come paradiso per data center low cost, ma negli ultimi giorni la folta coltre di cenere sprigionata dal vulcano in prossimità del ghiacchiaio Eyjafjallajökull ha generato due stop di entità notevole presso uno dei principali data center.
La peculiarità della posizione dell’Islanda, a cavallo tra due placche tettoniche, ha sempre fatto si che questa nazione risentisse spesso di eruzioni vulcaniche o terremoti. Normalmente la sicurezza degli islandesi nel proporre i propri data center era data dal fatto che i terremoti avvenissero sempre e solo in mare aperto.
Questa però è una giustificazione limitata, in quanto i danni di un terremoto offshore potrebbero sempre danneggiare i cavi subacquei utilizzati dall’Islanda per comunicare i dati con il resto del mondo. In ogni caso il caso dell’Islanda non è limitato: pensate soltanto a dove sono presenti i più grandi data center del mondo, ovvero nella Silicon Valley, esposti alle bizze della faglia di Sant’Andrea.