Questa mattina il sito del Corriere presentava un articolo, al momento scomparso, intitolato “Ultimi domini su Internet, si rischia il mercato nero“. L’articolo in questione confondeva completamente i concetti di indirizzo IP con quello di nomi a dominio, sostenendo che, col passaggio dagli Ipv4 agli Ipv6, la scarsità di “nomi a dominio” avrebbe scatenato un acquisto sconsiderato degli ultimi nomi a dominio liberi.
Vi copio la frase di apertura dell’articolo:
“20 Settembre 2011. Ecco la data prevista per la fine dei domini che si basano sul protocollo Internet oggi più utilizzato, Ipv4. E dopo cosa accadrà? Nella fase di passaggio verso il nuovo standard Ipv6, di cui già da molti anni si parla, il mercato impazzirà e per trovare un dominio libero tra quelli di vecchia generazione si spenderà sempre di più. […] La crisi e l’esaurimento di domini basati su standard Ipv4 è annunciata da anni da chi lavora in campo tecnologico. In pratica, questo significa che a furia di registrare domini, le varie combinazioni matematiche che permettevano di accedervi si sono esaurite.”
Il testo in questione presegue con una serie di elucubrazioni di tipo economico sulle speculazioni di mercato. La frase posta in grassetto dovrebbe darvi un’idea della completa confusione, del minestrone e della totale inesattezza delle informazioni riportate.
Update: il sito del Corriere ha ripubblicato l’articolo a questo link, insieme alle scuse per le imprecisioni scritte.