Come possiamo ben immaginare, fornire servizi di whois proxy (genericamente accomunati alla whois privacy, sebbene siano due cose tecnicamente diverse) non è privo di costi. Una ragione di ciò sono anche le ripercussioni legali possibili nel fornire servizi come il proxy.
Tecnicamente, il servizio proxy diventa il “registrante” del nome a dominio, lasciando la “licenza” di utilizzo del nome a dominio alla persona fisica che lo ha registrato. Ciò rende però il servizio potenzialmente perseguibile legalmente nel caso il proprietario fisico del dominio lo utilizzi in modo inappropriato.
Una bozza dell’ICANN, aperta ai commenti fino al 9 Luglio, chiarifica il punto 3.7.7.3 del Registrar Accreditation Agreement (RAA), il cui punto più importante risulta il seguente:
One central clarification: if a Registered Name Holder licenses the use of a domain name to a third party, a licensee, the third party is not the Registered Name Holder of record (or “registrant”). This advisory also describes under what conditions that a Registered Name Holder is to identify the licensee and to whom.
Ovvero: se il possessore del nome a dominio registrato cede la licenza dello stesso a terze parti (servizi di proxy), le terze parti non vengono a sostituire il registrante. Questa bozza descrive anche in quali condizioni il possessore del nome a dominio registrato è da identificarsi come licenziatario del dominio stesso e a chi.
La bozza spiega anche le possibili circostanze nelle quali un servizio di proxy dovrebbe rivelare il licenziatario per evitare di assumersi eventuali responsabilità legali e i tempi entro i quali dovrebbe farlo.