I nuovi generic Top Level Domain (gTLD) hanno attirato l’attenzione de The Financial Times, il quale si rifà all’estensione .ECO e a chi ha avuto l’idea originalmente che si è visto il proprio business soffiato sotto i propri occhi. L’attenzione si sposta anche su Canon, una delle compagnie che vuole il proprio gTLD con marchio, in una analisi sul quadro complessivo che va formandosi con le nuove estensioni.
Il gTLD .ECO fu una creatura di Trevor Bowden e Jacob Malthouse, due giovani imprenditori canadesi, presenti al meeting dell’ICANN in Messico quando sentirono per la prima volta un’altra iniziativa legata all’estensione .ECO. La competizione con i “rivali” aveva però il sostegno di Al Gore, ex vice presidente degli Stati Uniti molto legato alle tematiche ambientali.
Dopo aver visto inizialmente il proprio sogno svanire, hanno avuto giusto spazio, vedendo i propri sforzi ricompensati: un esempio dei costi/benefici dell’introduzione di un nuovo gTLD. Il Financial Times prende anche in considerazione il caso di Canon e la volontà di ottenere la propria estensione .CANON. La compagnia avrebbe infatti dichiarato che:
Il top-level domain .canon serve da costante indicazione che le informazioni presentate sono legate al marchio originale Canon.
Ciò non solo semplifica l’approccio al Web dell’utente, ma massimizza anche il potenziale del marchio nella propria diffusione su Internet, garantendo l’originalità dei contenuti. A sostegno di questa teoria viene citato il caso di Nick Wood che ha recentemente lanciato Valideus, una compagnia di consulenza con base a Londra, che aiuta i possessori di marchi registrati a richiedere il proprio gTLD all’ICANN, con la corretta procedura, aiutando anche a prevenire il cybersquatting.
Una attività che è fiorita proprio dall’introduzione dei nuovi gTLD. Non solo confusione, quindi, ma anche tante nuove possibilità di business. Siete d’accordo?