Proseguono le vicissitudini legate all’estensione .XXX. Dopo la lettera di protesta inviata dalla Free Speech Coalition all’ICANN, definendo il mondo del porno “preoccupato per l’approvazione dell’estensione”, arriva la risposta del Registry ICM, deputato alla gestione del TLD.
L’ICM chiarisce come la FSC sia una organizzazione Americana che non è e non è mai stata comprensiva di tutta l’industria dell’intrattenimento per adulti globale. Il Registry ribatte dicendo di aver ricevuto il pre-ordine per 9.000 membri della comunità di Internet da 80 differenti Paesi.
Sembra che l’ICM ignori le organizzazioni che raggruppano l’industria del porno non americana, le quali si oppongono con forza all’introduzione dell’estensione .XXX. Una di queste è la Eros Association australiana, la cui CEO Fiona Patten ha dichiarato:
Non vedo possibili sviluppi positivi dallintroduzione di .XXX. Niente sembra essere cambiato dal meeting dell’ICANN a Wellington a Marzo 2006 dove il Government Advisory Committee si oppose all’approvazione dell’estensione, alla quale il governo Australiano si oppone ancora. Sono a conoscenza del fatto che nel processo di accettazione di un TLD sia fondamentale il supporto, requisito che l’ICM non ha.
L’FSC, nella sua lettera all’ICANN, spiegava come le pre-registrazioni non fossero utili a determinare il reale supporto all’approvazione del TLD, chiedendo all’agenzia di indagare su quante di quelle pre-registrazioni fossero state fatte per difendersi dai cybersquatter. L’ICM risponde che le pre-registrazioni sono state aperte nel Marzo del 2006 e dimostrano la volontà di ottenere un nome a dominio .XXX. Secondo il Registry, solo 6.435 delle 179.630 totali sono state identificate come pre-registrazioni a scopo preventivo.
Trovate la lettera di risposta direttamente sul sito del Registry.