Cyber-war: la NASA è troppo vulnerabile

È cosa risaputa che nel mondo, oltre a tante persone che sperimentano innovazioni tecnologiche tese a migliorarci la vita, ce ne sono altre che invece, utilizzano il loro tempo per scopi tutt’altro che nobili. È il caso degli hacker, esperti informatici che impiegano le loro conoscenze per fare danni ai sistemi online. Quando a finire nel loro mirino poi, sono agenzie come la NASA, i danni possono essere addirittura enormi.

L’allarme lo ha fatto scattare l’ispettore generale della NASA Paul Martin, che ha dichiarato senza mezzi termini che i server informatici sono troppo vulnerabili e che fin quando non verrà posta fine a queste criticità tutta l’agenzia sarà esposta a gravi rischi. Il documento presentato, 17 pagine in tutto, mette in evidenza soprattutto i problemi relativi a sei server legati a sistemi di controllo di navette spaziali. I suddetti sistemi conterrebbero dati sensibili troppo vulnerabili, che in mani sbagliate creerebbero seri danni. Secondo il documento, attacchi di questa natura comprometterebbero seriamente lo svolgimento di alcune missioni NASA.

Già nel 2009, si era dovuto registrare il furto di 22 gigabyte di dati dal server  del JPL, progetto legato alla costruzione di sonde spaziali. Per Paul Martin, la NASA è ancora in ritardo in materia di sicurezza informatica e in quella che qualcuno chiama cyber-war, non c’è possibilità di farsi trovare impreparati.