Si chiama “Europe versus Facebook” ed è il progetto in difesa della Privacy promosso e lanciato da Max Schrems, studente di legge a Vienna. Qualche tempo fa Max entrò in contatto con un dipendente di Facebook, che confermò l’informazione secondo cui tutti gli iscritti in Usa o in Canada (circa il 70% del totale) fanno riferimento alla sede irlandese del colosso. Da qui il quesito: se Facebook si trova a Dublino deve fare riferimento alle leggi irlandesi in materia di Privacy, notoriamente più rigide e precise di quelle americane. E’ nato così il progetto che ha visto la partecipazione di altri due studenti oltre a Schrems.
Il gruppo di studenti ha chiesto a Facebook il proprio fascicolo, ovvero l’insieme di dati che riguardano il proprio account (come indicato nella normativa accolta in Irlanda dal Data Protection Act del 2003, ogni utente ha diritto a richiedere tutte le informazioni personali su di sé conservate dai servizi web. Tra cui, naturalmente, client di posta e social network) e scoprono aspetti interessanti.
Primo tra tutti il fatto che Facebook conserva traccia di tutti i dati mentre in realtà ciò che viene cancellato dovrebbe secondo Scharms e gli altri essere cancellato dai server.
Altri reclami ed osservazioni: il riconoscimento facciale nelle foto di amici , il fatto che gli utenti non siano correttamente informati ogni volta che vengono cambiate le impostazioni di privacy, l’ “opt-out”, con cui bisogna “deselezionare” quello che non si vuole ovvero se si vuole mantenere private le proprie informazioni. Ingiusto e poco intuitivo secondo gli studenti del progetto “Europe versus Facebook” . Un progetto attento e capillare anche se Schrems si è affrettato a precisare quali sono le intenzioni insite nel progetto stesso e il fatto che non si tratta di una battaglia ma di un percorso di miglioramento. Forse allora il termine “versus” è usato in modo poco preciso e lascia presagire intenzioni tutt’altro che pacifiche?