La notizia dello sciopero di Wikipedia ha fatto in breve tempo il giro del web, rimbalzando da un giornale all’altro e scatenando le reazioni più disparate. Nelle stesse ore in cui Wikipedia e altri siti si oscuravano in segno di protesta contro la censura in rete, il voto veniva rinviato di alcuni giorni, slittando a Febbraio.
Quello che è stato particolarmente d’impatto è il gran numero di adesioni che l’iniziativa ha ricevuto, non ultima quella del Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che ha dichiarato:
“Noi non supporteremo una legge che riduce la libertà d’espressione, aumenta il rischio di attacchi informatici e mina le basi della forza dinamica e innovativa di internet”
Ognuno ha per altro aderito come ha ritenuto più opportuno, oscurandosi o aggiungendo alla propria homepage una fascia nera in segno di protesta. C’è di più: chi vuole aderire può farlo attraverso un plugin adatto a Worpress o Joomla e può dare uno sguardo verso i tanti siti creati ad hoc come Oatmeal, che in chiave comica offre uno spaccato della vicenda. E tra le tante forme di protesta spicca quella diffusa via Twitter, una gara a chi diffonde idee assurde che non possono essere verificate né approfondite da Wikipedia. Accade con l’hashtag #FactsWithoutWikipedia che ha portato su Twitter una vera e propria raccolta di affermazioni che andrebbero approfondite, proprio perché assurde o ad una prima lettura, poco credibili.
E la mancanza di Wikipedia si fa sentire proprio in questi casi, là dove la particolarità di una notizia spinge i più interessati e curiosi a voler approfondire e nel momento in cui non si trovano corrispondenze a sentire la mancanza di uno strumento come Wikipedia, a tutti gli effetti il più grande mezzo di approfondimento e ricerca presente online.