C’è una forte azione di intervento e controllo da parte delle autorità Cinesi e riguarda ancora una volta la rete e in particolare Twitter (al momento bloccato) e i tanti siti di microblogging (in Cina weibo) che permettono di diffondere le notizie e commentarle con facilità e semplicità.
La tendenza a commentare le notizie, riferendosi di continuo alle autorità ed alla classe politica ha spinto infatti nei giorni scorsi il Governo ad intervenire con azioni precise volte a censurare per non dire bloccare in modo aspro ogni tipo di fuga di notizie, raccontate in 140 caratteri. Il tutto attraverso appunto azioni di censura che come ha precisato l’ Economist ci offrono anche un’idea di come sia controverso il rapporto tra autorità e siti di microblogging. “È difficile sovrastimare quanto l’arrivo dei siti di microblogging abbia cambiato il rapporto tra i governanti e i governati negli ultimi due anni”.
Lo scenario che si apre è quello di un’antica diatriba che vede protagonista ancora una volta la Cina e le sue posizioni di grande fermezza nei confronti della rete e della diffusione di notizie online, ma non solo. C’è molto di più dietro questo tipo di azioni perché la diffusione dei siti di microblogging è in crescita e rappresenta una possibile quanto valida alternativa nel variegato mondo dell’informazione già costellato di commenti, notizie e continui aggiornamenti che si susseguono in modo costante quanto repentino.
Nel caso dei microblogging infatti è frequente il caso di chi adotta false identità o acquista followers per cercare di crescere ed acquisire credibilità ma l’altra faccia della medaglia è proprio il divagare di notizie e commenti di ogni tipo.Vedremo a cosa porterà ma per adesso i siti di microblogging sono un pò nell’occhio del ciclone e dunque potrebbero esserci interventi drastici, capaci di cambiare stravolgendoli tutti gli scenari.