Causa Google vs Oracle: Android è libero

Mentre Apple e Samsung non sono ancora riusciti a mediare per trovare un accordo che metta fine alle numerose cause in corso tra le due aziende in merito a questioni di proprietà intellettuale, finalmente si è concluso il processo tecnologico storico: Google versus Oracle sul presunto utilizzo non autorizzato, da parte dell’azienda di Mountain View, di brevetti java con copyright. La fase principale di questa causa del secolo si è conclusa con la vittoria di Google. Secondo la giuria Google non ha violato quei brevetti e la lettura del verdetto è stato pronunciato dopo che la stessa aveva deciso che Oracle aveva ragione, perché Google aveva veramente “copiato” nove righe del codice delle API Java usate nella virtual machine Dalvik su Android.

Quello che però sono riusciti ad ottenere gli avvocati della difesa di Google è convincere i giurati del fatto che  il responsabile Android richiedeva agli sviluppatori che scrivessero codice, non che si perdessero nella lettura di un’infinità di brevietti sul codice di proprietà della Microsoft o di Rim ecc.

Dopo l’arringa finale di difesa quindi i giurati hanno stabilito che gli ingegneri di Google non hanno infranto i brevetti Java anche se hanno copiato più o meno consciamente quelle 9 righe di codice.

Con questa sentenza viene meno la terza fase del processo, durante la quale si sarebbero dovuti calcolare i danni pecuniari derivanti dalla violazione.

Oracle ha reagito alla sentenza ribadendo le prove contro Google e la sua violazione, mentre Google parla di vittoria per la società ma anche per “l’intero ecosistema di Android”.