Foxconn, sciopero sì sciopero no

La notizia è rimbalzata nel week end da giornale a giornale, da sito a sito. Gli operai della taiwanese Foxconn, sono  o sarebbero in sciopero bloccando la produzione di iPhone 5.

La motivazione dello sciopero è la protesta contro i controlli qualità troppo severi e le condizioni di lavoro eccessivamente stancanti.

Il tutto in un momento non roseo per la Apple, che deve fare i conti con le vendite non troppo rosee dell’ iPhone 5, partite un po’ in sordina negli ultimi giorni. L’impresa da parte sua ha smentito che nello stabilimento di Zhengzhou, nella Cina centrale, sia in corso lo sciopero, per  sostenere che invece tutto procede regolarmente.

La notizia però non è passata inosservata dal momento che l’azienda è nota per i tanti casi di suicidio tra i suoi operai, tali da farle acquisire il soprannome di “fabbrica dei suicidi” ed essere teatro di risse tra operai e guardiani. Dal canto suo l’azienda continua a smentire sostenendo attraverso un comunicato ufficiale che sono ”semplicemente” sorti dei problemi con alcuni lavoratori e che sono stati risolti in fretta, senza alcuna interruzione del  lavoro. Uno sciopero prima annunciato poi smentito, condizione rara ma a quanto pare non impossibile, per quel  che riguarda Foxcomm non nuova però a notizie di questo tipo, ma anzi spesso al centro di un vortice di commenti poco lusinghieri da parte dei propri dipendenti  e degli organi di stampa.

Non si sa se la fretta con cui le voci del blocco della produzione dell’ iPhone5 sono state smentite sia stata un modo per mettere tutto a tacere, buttando acqua sul fuoco, o davvero una difesa del proprio approccio al lavoro, ma di fatto fa riflettere ancora una volta il tentativo di difendersi di un’azienda e dall’ altro lato l’ennesima dimostrazione dei lavoratori, indice forse di qualcosa di errato nella gestione aziendale.