Vietato fumare (o forse no) con le app per smartphone

Un’interessante ricerca proveniente dall’ Università di Sidney ci dice che dagli smartphone può arrivare piaccia o no, una serie di pubblicità collegate al fumo e all’abitudine di fumare. Le Multinazionali del tabacco infatti da tempo lottano contro un sistema che non accetta di buon grado eventuali  campagne pubblicitarie basate sul fumo, visti i pesanti danni provocati dal tabacco.

Non si era parlato però fino ad oggi di pubblicità o messaggi attraverso gli smartphone, mentre invece il terreno sembra più che fertile e del resto applicazioni come “Cigarettes”, database capace di archiviare tutte le marche con vari dati associati alle marche relativi ai danni ed ai costi, potrebbero essere accompagnate da informazioni sul mondo del fumo.

Non tanto quindi un’ app a scopo informativo, né aiuti per smettere, ma semplicemente applicazioni con cui l’invito esplicito o no è all’ abitudine a fumare. Stando alla ricerca dell’Università Australiana dunque, tra le applicazioni ce ne sono sì tante utili, ma anche alcune pericolose, frutto di un accordo preciso con i giganti del tabacco i quali avendo difficoltà a pubblicizzare i loro prodotti tentano la via dello smartphone, strumento le cui applicazioni fanno gola a molti.

Tra le app maggiormente criticate, MyAshtray per iOS, simulatore di fumo con cui sembra di far cadere la cenere nel portacenere. L’idea è quella del fumare virtuale che dovrebbe aiutare a desistere mentre secondo altri provoca l’effetto contrario. O ancora c’è Puff Puff Pass per iPhone , gioco con cui si vince se si passa in tempo la sigaretta al personaggio giusto, mentre sono 50 mila gli utenti di Cigarette Battery Widget per Android, in cui il consumo della sigaretta rappresenta la durata della batteria del telefono. Suggerimenti o messaggi neanche troppo velati? Pubblicità Occulta? E’ quello che si stanno chiedendo gli studiosi di marketing, ma anche enti ed istituzioni impegnate nella lotta al tabagismo. Chi la spunterà?