Su Wikipedia, l’enciclopedia libera in Rete, Python è definito: “linguaggio di programmazione ad alto livello, orientato agli oggetti, adatto, tra gli altri usi, per sviluppare applicazioni distribuite, scripting, computazione numerica e system testing. Python è spesso paragonato a Tcl, Perl, Java, JavaScript, Visual Basic o Scheme. Fu ideato da Guido van Rossum alla fine degli anni novanta. Il nome fu scelto per via della passione di van Rossum per i Monty Python e per la loro serie televisiva Monty Python’s Flying Circus” (cit. Wikipedia)
Un ottimo modo per spiegare quello che è un linguaggio di programmazione che in questi giorni fa parlare di se’ perché al centro di un dibattito controverso, tanto da essere considerato un marchio a rischio in tutta Europa.
Il problema nasce dal fatto che in Europa c’è chi vorrebbe utilizzare lo stesso nome per offrire servizi informatici, come ha chiesto di fare un’ azienda che offre servizi cloud con base nel Regno Unito, Our Holdings, che si occupa di servizi come POBox Hosting e Veber. Una richiesta fatta il 30 Aprile del 2012, per indicare il portfolio prodotti dell’azienda, in particolare “software per computer”, “server per l’hosting web”, “server Internet”, “hardware per VPN”. L’azienda quindi andrebbe a coprire prodotti di diversa specie ed avrebbe maggiore copertura nella sua stessa denominazione e avrebbe così l’occasione di una forte identificazione nel mercato.
Il dibattito abbastanza aspro vede quindi da una parte il linguaggio di programmazione ideato dalla Python Software Foundation e dall’altra la richiesta di Our Holdings di una maggiore identificazione sul mercato: la prospettiva futura quindi è quella di una condizione di forti controversie, anche se per adesso Python Software Foundation sta cercando di dimostrare che il nome Python è associato al linguaggio di programmazione e non può essere confuso con null’altro, certamente non con i prodotti di un’azienda britannica.
Un tentativo certo per definire al meglio il trademark e tutelarsi in uno spazio ben definito, facilmente riconoscibile, chiaro sul mercato di riferimento. Non è al momento dato sapere come si evolverà la vicenda, che richiama alla mente tante questioni legate al trademark che si sono poi riproposte anche sul mondo dei nomi di dominio, che ha visto spesso ampi dibattiti relativi al nome ricercato in esclusiva, capace di tutelare aziende e prodotti.
In ogni caso vedremo se il nome Python sarà un’esclusiva e di chi, ma per adesso resta una questione interessante, perché apre di nuovo il dibattito su tanti temi, tutti molto aspri e sempre molto aperti.