All’inizio del 2013, con la rivoluzione dei nuovi domini di primo livello che ha aperto la strada alla possibilità di registrare nuove estensioni in molte categorie, oltre alle opportunità, sono nate anche nuove contese. Una disputa particolarmente forte è sorta in merito al controllo degli indirizzi che comprendono parole come “.book”, “.author” e “.read”. Protagoniste della vicenda, tra le altre, due macroaziende come Amazon e Google che hanno fatto richiesta all’ICANN, l’organizzazione incaricata di assegnare i nomi a dominio di primo livello, di numerosi nomi a dominio nella categoria libri & affini. Le organizzazioni degli editori di tutto il mondo non hanno preso bene la notizia e si sono organizzate con una mobilitazione generale per impedire che i colossi del web acquisissero nuovo potere nel settore dell’ e-commerce per l’editoria. I primi di marzo infatti Amazon ha domandato l’acquisto di 76 domini mentre Google 101. La risposta dell’associazione degli editori americani è stata immediata nelle parole del suo presidente e scrittore Scott Turow: «È anticompetitivo. Il potenziale per l’abuso è senza limiti». Anche le librerie Barnes & Noble hanno criticato aspramente l’operato dei due già potentissimi giganti del mercato online: «La concessione di un tale potere vorrebbe dire soffocare la concorrenza nell’industria editoriale, essenziale per il futuro dell’espressione coperta da diritti d’autore negli Stati Uniti».
Ma le reazioni non si sono limitate agli Stati Uniti. Anche l’Europa ha inviato la sua protesta all’ICANN tramite l’L’AIE (associazione editori italiani) e la Federazione Editori Europei. Le due associazioni hanno scritto una lettera per far presente come possa diventare pericolosa l’assegnazione del dominio .book ad un solo soggetto privato. Nella lettera si legge: «Visto che internet è un mezzo così istituzionale siamo molto preoccupati che l’identificazione tra questi Top Level Domains e un loro possibile unico proprietario possa fuorviare il consumatore. È di tutta evidenza che, ove il dominio .book fosse assegnato, ad esempio, ad Amazon, la società di Bezos potrebbe godere del vantaggio di dominare incontrastata tutto l’insieme degli indirizzi Internet con suffisso .book, “identificando” tout court Amazon e “concetto di libro».
Le due società in oggetto rifiutano le critiche degli editori di tutto il mondo, ma l’ultima parola starà all’ICANN: vedremo come riuscirà a gestire questa situazione delicata.