La guerra in Siria è giustamente sotto gli occhi dei media di tutto il mondo, con grande apprensione da parte dei Capi di Stato e della popolazione. In questo caso come in altri non si tratta solo dei possibili interventi militari preventivati e forse di là da venire, ma tutto si ripercuote anche sul mondo dei media e dei media online in particolare, vista la rapidità con cui in rete circolano informazioni, notizie e aggiornamenti.
Il sito web del New York Times è andato giù due volte in due settimane, vittima di attacchi hacker e anche via Twitter ci sono state diverse incursioni di cui sono state vittime alcune testate giornalistiche. Stando alle prime rivelazioni si tratta di Syrian Electronic Army (Sea): un collettivo di hacker di supporto al presidente Assad e il cui obiettivo fondamentale è attaccare i media occidentali. A questo ci sono da aggiungere le notizie false, per esempio quelle relative a probabili attacchi alla Casa Bianca ai danni del Presidente Obama e quelle riguardanti i domini collegati alla Siria come paese.
Sono infatti 700 i domini registrati presso la Syrian Computer Society disattivati su iniziativa dello U.S. Office of Foreign Assets Control, una sezione del Dipartimento del tesoro americano. Non hanno resistito i profili Facebook e gli account Twitter che vengono creati dagli hacker. Nonostante però i vari provvedimenti ci sono minacce gravissime che passano ovviamente attraverso la rete e man mano che le notizie si susseguono, aumenteranno anche gli episodi di cyber attacchi. Bisognerà certamente prestare attenzione alle vicende che investiranno il paese nei prossimi mesi per seguire quello che accadrà anche online.