Twitter e Facebook bloccati in Iran. E poi sbloccati.

twitter_facebook_iranNei giorni scorsi si è assistito ad un evento non troppo rassicurante per l’atteggiamento dei paesi che hanno messo in pratica i sistemi di controllo e censura di alcuni strumenti, Internet in testa e con esso l’uso dei social media.

E’ questo il caso dell’ Iran, che ha fatto tanto parlare di se’  nei giorni scorsi e soprattutto ha preso posizioni più volte differenti tra loro, ultima in ordine cronologico il blocco dei social network e poi l’effettivo sblocco lo scorso lunedì 16 settembre fino alla mattina di martedì 17, per la prima volta da quando sono in corso le proteste contro l’ex presidente Mohamed Ahmadinejad durante le elezioni presidenziali del 2009.

Per diverse ore dunque l’accesso ai social è stato possibile, senza VPN, reti di telecomunicazioni private e sistemi per aggirare la censura online. Da lunedì invece Twitter e Facebook erano di nuovo raggiungibili con grande euforia di giornalisti, cittadini e utenti in genere. E’ stato quindi possibile comunicare via social media e dunque ripristinare un collegamento con il resto del mondo, segnale di  una grande possibilità di comunicare in modo libero, al di là di ogni censura e difficoltà.

Diverse le personalità intervenute in tal senso, primo tra tutti il religioso Hassan Rouhani che proprio sui social era intervenuto sull’ importanza di politiche più moderate e sensibili al tema della libertà di espressione anche attraverso l’uso (corretto) dei social network. Nelle giornate di ieri e oggi è stato  un susseguirsi di messaggi, notizie e comunicazioni relative alla situazione sempre molto caotica di paesi come Iran, Iraq, Afghanistan e altri.

Il tema apre nuovamente la questione sulla censura, da sempre molto dibattuta in certi paesi che da tempo ormai lottano per la libertà da regimi ma anche per la libertà di esprimersi online, principio cardine da sempre affermato proprio dalla Rete e dalle peculiarità che la caratterizzano.