Privacy: da Germania e Brasile una richiesta unanime

A seguito dello scandalo Datagate, che ha visto la circolazione di dati riservati da parte dei colossi informatici e su richiesta di molte autorità Governative, ma anche su iniziativa di gruppi dedicati alla rivelazione di informazioni capaci di mettere in discussione anche i più rigidi sistemi di sicurezza e riservatezza, alcuni paesi stanno intervenendo per la tutela di alcune informazioni.

In particolare ci sono Governi che stanno prendendo iniziative per far fronte alla messa in circolazione di dati e quant’altro, con azioni più o meno mirate. E’ il caso di Germania e Brasile, che hanno formalmente presentato alla Commissione diritti umani dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite una risoluzione che invita per estendere anche a Internet  i diritti di privacy internazionalmente riconosciuti.

Questa richiesta comporterà tutta una serie di azioni, per cui si dovrà necessariamente limitare la circolazione di alcuni dati, che molto probabilmente i Governi vorranno lasciare come riservati.

A fare da capofila per questo tipo di iniziativa, Germania e Brasile, con una dichiarazione congiunta: un testo in cui le Presidenti Dilma Rousseff e Angela Merkel dichiarano la necessità di maggiori tutele anche in merito ai dati che circolano attraverso la rete. A tale proposito Peter Witting, ambasciatore tedesco all’ ONU, ha presentato un documento in cui ha richiesto espressamente alla Commissione  diritti umani, di specificare meglio le necessità, di chiarire quali siano le limitazioni all’accesso dei dati e alla loro elaborazione.

In particolare poi le domande dei paesi interessati al tema, ruotano intorno all’ importanza di chiedere l’autorizzazione per l’elaborazione di dati personali e soprattutto ci si interroga su dove finisce il confine tra sicurezza e diritto alla privacy. Un po’ di temi già sentiti certo, ma anche l’urgenza di risolvere certi snodi per sciogliere i tanti dubbi sul tema. Vedremo se i prossimi passi riguarderanno iniziative di apertura all’accesso dei dati o la censura rispetto a certe informazioni non più lasciate libere di circolare, ma blindate e riservate alla gestione dei Governi dei paesi interessati.