Dopo la sentenza sul diritto all’oblio con cui si garantisce e suggella la possibilità di cancellare i link o le notizie su una persona ritenute inadeguate o non pertinenti, Google ha rimosso 320 mila link adeguandosi alla normativa europea.
Sono circa 254 mila le richieste arrivate in merito e sono stati valutati oltre 922 mila link, con un rifiuto di circa il 58% dei casi. Le domande inoltrate dall’Italia sono state quasi 20 mila soprattutto riguardo a Facebook. È Google che in questo caso ha stilato una sorta di report per spiegare ai più un po’ di dati in merito raccogliendo le domande di rimozione e valutando ciascuna richiesta. Dai dati emersi gli italiani non si preoccupano molto della propria reputazione online. Dal 29 maggio 2014, sono 19.126 le richieste inoltrate, per 65.856 link.
Sul fronte opposto la Francia con oltre 50 mila richieste e 174 mila link di cui il 48% cancellato. I tedeschi invece hanno inoltrato 43 mila richieste su 164 mila link e sono stati accontentati nel 48,9% dei casi. Diverso il discorso per l’Inghilterra, dove sono 32mila le richieste su 126mila link, ottenendo risposta positiva nel 37,6% dei casi. Tra i link più rimossi in testa quelli di Facebook, con 6805 link rimossi: i link cancellati a video su YouTube sono poco meno di 4mila.
Una serie di dati interessante, che la dice lunga non solo sulle abitudini e i timori, ma anche sulle modalità con cui i vari social pubblicano contenuti. Quello del diritto all’oblio, certamente legittimo è un tema su cui si discute da tempo e da più parti: l’esigenza più forte è forse quella per cui si avverte la necessità di non apparire online, di passare appunto inosservati. Un diritto indiscutibile certo e una richiesta che ad oggi la Ue ha sentito il bisogno di accogliere.
Vedremo come i grandi del Web si muoveranno in futuro ma per il momento hanno cercato in ogni modo di andare incontro alle necessità degli utenti che contribuiscono a fare della rete il gande bacino di informazione a cui si accede e che si vede oggi.