Non è valida la decisione della Commissione Ue secondo cui gli USA garantiscono un adeguato livello di protezione dei dati personali, stando a quanto ha appena dichiarato la Corte Ue. Facebook quindi potrà vedersi vietare la possibilità di salvaguardare i dati degli iscritti.
Il tutto a seguito della causa presentata alla Corte UE da un cittadino austriaco, Mark Scherms, che aveva fatto causa a Facebook accusando la società di salvaguardare anche i dati che lui stesso aveva deciso di distruggere.
Per questo Scherms aveva denunciato una salvaguardia dei dati del tutto illegale e aveva presentato ben 22 denunce al Garante della privacy irlandese, contro Facebook.
Adesso a distanza di qualche anno la Commissione Ue sembra aver dato ragione a Scherms e chiede a Facebook come ad altre società del settore di cancellare i dati se questa è la volontà degli utenti, soprattutto in virtù del fatto che le esigenze nazionali prevalgono sul regime dell’ “approdo sicuro” a cui sono sottoposti i dati dei cittadini dell’ Ue.
Una sorta di procedura per garantire agli utenti e anche ai cittadini dell’Unione Europea, la conservazione di tutti i dati personali e la tutela di questi. Stando invece alle ultime vicissitudini, le grandi società informatiche devono adeguarsi e rispettare prima la volontà degli utenti.
Questo a grandi linee quanto stabilito dalla Ue in materia di dati personali e di tutela di questi. Vedremo se in materia ci saranno altri casi dello stesso genere, ma per il momento è un segnale importante, perché attraverso questo precedente si va a delineare ancor di più quanto già si stesse auspicando da più parti: la tutela dei dati personali lasciata al libero arbitrio degli utenti.