Nei giorni scorsi un episodio, legato a un errore di configurazione, ha fatto in breve il giro della rete e delle principali testate online. Errore di configurazione che ha visto protagonisti i server su cui sono ospitati alcuni siti della Nord Corea, che hanno l’estensione .kp e sono stati resti noti.
Si tratta di solo 28 siti online, perché il contributo della Nord Corea in rete è ridotto davvero al minimo, si tratta per lo più di siti governativi, organizzazioni statali e del quotidiano del Partito dei Lavoratori. Siti informativi e vicini alle principali istituzioni che per la prima volta sono stati rivelati e resi noti, a seguito di alcune ricerche informatiche, stando a quanto apparso sul sito di alcune agenzie stampa.
In particolare, la scoperta è stata fatta ieri da Matt Bryant, ingegnere della sicurezza a cui hanno fatto seguito altri siti, tra cui Gizmodo, che hanno pubblicato lo screenshot dell’elenco riguardante la Nord Corea, paese che applica severe forme di censura su quanto viene pubblicato online.
Le rivelazioni hanno messo nuovamente in discussione il tema della censura online e di come alcuni contenuti vengano controllati dai Governi.
Per questo l’attenzione è tenuta alta, ma soprattutto tornano temi cari ai più, quelli legati alla privacy e alla libertà di accesso alle informazioni online. Vedremo come si muoveranno in futuro paesi come la Nord Corea e la Cina, ma per il momento il severo divieto di accesso ad alcuni contenuti, sembra essere particolarmente restrittivo e non sembra cambierà qualcosa a breve, nonostante sia auspicabile.