La Charleston Road Registry Inc. (alias Google) si è portata a casa la gestione di 42 nuovi domini (sia Generic che Brand Top Level Domains) ed è ancora in disputa con eventuali competitors per altri 9. Attualmente ne ha rilasciati al pubblico soltanto 3: .soy (I am), .how e . みんな (everyone).
Di queste estensioni, tutte generiche e senza particolari regole di registrazione, la più fortunata è .how. Disponibile da gennaio 2015, ha raggiunto un totale di 2363 domini (un numero relativamente basso considerando la reputazione dell’azienda).
Tuttavia nei 39 New gTLDs delegati a Google e non ancora disponibili al pubblico, se ne trovano esempi con aspettative di successo di diffusione ben più elevate, come ad esempio .app, .drive e .channel.
Da notare sono anche le operazioni di Amazon all’interno del mercato dei nuovi domini: ne ha ottenuti ben 48, di cui una sola è stata liberalizzata.
Il .aws (Amazon Web Services), rappresentante dei servizi cloud, è disponibile da giugno 2016 ed ha concluso 3 registrazioni. Anche in questo caso, Amazon ha in riserva New gTLDs di interesse globale (es. .buy) che, si presuppone, porteranno un numero più elevato di domini registrati.
A parte lo scarso numero di richieste per queste estensioni, non sorprende che due colossi del mondo della rete siano in possesso di un piccolo monopolio di nuovi domini.
Molto più sorprendenti e degni di attenzione sono i casi di aziende di produzione industriale diventate Registry: Johnson & Johnson, società farmaceutica multinazionale, oltre ad aver creato il .jnj per i suoi brand e per le sue business units affiliate, ha ottenuto la gestione di .baby.
Prossima al Sunrise (02/11/2016), nonostante le politiche di ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) riguardo l’universale fruibilità del .baby, J&J ne ha limitato le possibilità pretendendo che i futuri registrant dimostrino un nesso con la baby care industry al fine di poter registrare.
Un’altra vicenda interessante è infine quella di L’Oréal Paris che si è aggiudicata 4 estensioni: .beauty, .skin, .makeup e .lancome. Ad eccezione dell’ultima citata (chiaramente Brand TLD), dovrebbero essere tutte generiche e libere.
Il .makeup è la prima ad essere rilasciata (in Sunrise fino al 31/10/2016) e l’accettazione delle domande di registrazione è a discrezione dell’azienda francese. Inizialmente L’Oréal aveva depositato una richiesta per un “closed TLD” che ha dovuto mutare in “open TLD” per non rischiare di perderne la gestione.
In teoria il nuovo dominio è utilizzabile da chiunque in fase di General Availability e accessibile ai titolari di marchi registrati iscritti al TMCH (Trademark Clearinghouse) in fase di Sunrise. Eppure sembra proprio che spetti soltanto all’industria della bellezza il diritto di decidere “se tu vali” per registrare un dominio.