Di lui si è detto tutto e il contrario di tutto. Si è parlato a lungo della sua campagna elettorale, delle sue abitudini, della sua vita. Si è discusso ampiamente del suo modo di far politica e delle sue idee spesso oggetto di dibattito.
Quello che non si è ancora detto abbastanza è legato alle iniziative prese dal suo staff per far fronte all’immagine e alla sua reputazione online. Stiamo parlando del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e dei suoi collaboratori, che preventivamente hanno acquistato ben 3.643 domini per altrettanti siti internet, la maggior parte non funzionanti. Di questi in particolare il 50 per cento porta a un sito altri 400 a pagine di affari. Dopo l’annuncio della sua candidatura, alla lista se ne sono aggiunti solo 93.
L’analisi è quella della Cnn destinata a curiosare tra le abitudini dei politici di tutelare il proprio nome e forse la propria reputazione.
Nel caso del Presidente americano in particolare si tratta di domini di ogni tipo: si va da “TrumpOrganization.com” o “TrumpBuilding.com” a quelli negativi “ImBeingSuedByTheDonald.com” “NoMoreTrump.com”. Ci sono anche “DonaldTrumpSuck.com” venduto al neopresidente da un cybersquatter e “WhiteHouse.com” “TrumpVodkaSucks.com”. Una bella varietà e sul sito della CNN si trovano anche altri esempi, ma quello che vogliamo sottolineare è ancora una volta la necessità, soprattutto per alcuni aspetti di avere una presenza online solida ma soprattutto a copertura di tanti rischi, che non possono essere corsi da figure autorevoli come il Presidente USA e in questo caso il presidente Donald Trump.
La ricerca e la tutela dell’identità online sono di base in un percorso fatto di consapevolezza del marchio ma anche di reputazione. Molti i politici che fanno ricorso alla rete per tutelare la propria immagine, le proprie idee ma anche a volte i propri programmi. E sono sempre tanti i politici che per tutelare la propria reputazione, si tutelano preventivamente anche e soprattutto contro hacker e attacchi di cyber crime. Una realtà da non sottovalutare, se si pensa a quante volte personaggi pubblici siano stati oggetto di boicottaggi, attacchi hacker e crimini di vario tipo, per poi dover necessariamente correre ai ripari anche talvolta per via legale. Non è il caso del Presidente Usa, ma ovviamente la tutela della reputazione deve passare necessariamente anche attraverso la rete, in modo da garantirsi un ampio spettro di opportunità, soprattutto quelle preventive.