Web tax cosa cambia

È stato approvato l’emendamento (proposto da Francesco Boccia, PD) con cui si darà via alle modifiche alla Web tax, sottoscritto da Sinistra Italiana, Mdp, FI, Cor, Possibile, Ap, FdI.

Le imprese del mondo digitale con oltre 1 miliardo di ricavi potranno accordarsi con l’Agenzia delle Entrate per il pagamento delle imposte legate ai ricavi: la decisione a seguito delle multe e delle proteste per il pagamento delle tasse da parte dei Giganti del web. La condizione necessaria è che le aziende prestino servizi anche sul territorio italiano per 50 milioni di euro, che avranno riconosciuta la cooperazione rafforzata, procedura con cui alcuni paesi dell’Unione Europea avranno una cooperazione più stretta in Unione Europea.

La Commissione bilancio ha previsto inoltre anche i rimborsi IVA per ridurre i rischi legati allo split payment, l’opportunità di pagare in due momenti. Il pagamento della web tax andrà ad arricchire il fondo per le non autosufficienze e sarà sfruttata per un fondo di interventi nel settore del sociale.

È un passo avanti meritevole di attenzione, quello portato avanti, perché comunque ci invita a riflettere sulle opportunità collegate non solo alle aziende di più recente costituzione, ma anche al regime fiscale cui devono sottoporsi, che aveva necessariamente bisogno di una regolamentazione, non solo per le aziende più recenti in quanto costituitesi in un settore giovane e all’avanguardia, ma anche per i fruitori di determinati servizi legati al digitale. Per ora la notizia sta circolando tra i principali media online, ma non è esclusa la possibilità di ulteriori modifiche per un ulteriore adeguamento alla realtà.

Quel che è certo è che nel frattempo il dibattito continua, soprattutto attraverso quella rete oggetto di osservazione e di analisi e tenta di affrontare i temi più attuali, legati proprio alla opportunità delle nuove aziende e alle loro attività, ai loro prodotti, ai servizi.