In aumento i casi di furto di PIN di Carte di Credito e Bancomat

In aumento i casi di furto di PIN di Carte di Credito e Bancomat

Il PIN-hacking è un metodo utilizzato per rubare il codice PIN di Carte di Credito e Bancomat con l’utilizzo di appositi software. Tali programmi, infatti, si intrufolano (sfruttando delle BackDoor) nei computer di banche, negozi e attività commerciali in genere che processano i pagamenti elettronici. Recuperano i dati e danno la possibilità ai criminali in questione di potersi creare “in casa” delle Carte di pagamento che potranno poi essere utilizzate per prelievi o pagamenti in modo del tutto identico alle carte originali.

Il direttore della sezione investigativa di Verizon Business, Bryan Sartin, ha dichiarato che stanno aumentando gli hacking di numeri PIN , cosa che fino a poco tempo fa era possibile sono in via “teorica”. Mentre un tempo, infatti, ciò era possibile solo ottenendo i codici attraverso phishing o videocamere installate nelle postazioni di prelievo, ora ci troviamo davanti a casi di tecniche di PIN-hacking avanzati che colpiscono direttamente i sistemi informatici delle banche e delle attività commerciali.

Unica soluzione all’orizzonte, per ora, pare essere quella di cambiare l’intero sistema elettronico di pagamenti, dice Bryan Sartin. Che sia davvero caso di una soluzione così drastica per arginare questa piaga? A quanto pare non tutti la pensano così: Mike Urban, titolare della Fair Isaac Corp., che si occupa proprio di combattere i casi di furti informatici di Carte di Credito, dice che non c’è da preoccuparsi, in quanto la decriptazione dei codici PIN non è al momento possibile e che ci troviamo, piuttosto, davanti a un problema di cattiva gestione dei dati sensibili (riferendosi a sistemi informatici malamente configurati, piuttosto che ad una vulerabilità del sistema elettronico dei pagamenti). Secondo Urban, infatti, basterebbe aumentare le difese informatiche, piuttosto che preoccuparsi della vulnerabilità di Bancomat e Carte di Credito.

Via | Wired

Foto | Flickr